mercoledì 23 gennaio 2008

IL DISCORSO DI PRODI ALLA CAMERA


(...) Onorevoli colleghi, sono convinto che nei momenti di decisione sia bene e salutare assumere comportamenti che implichino l'assunzione di responsabilità limpide da parte delle istituzioni preposte al governo del paese, a partire dal Parlamento. In un paese legato allo stato di diritto non sono le agenzie di stampa e neppure i dibattiti televisivi che determinano le sorti di un governo. Siete voi, colleghi deputati che dovrete decidere e assumere limpidamente e pubblicamente le responsabilità per cui siete stati eletti. E nel Parlamento e solo nel Parlamento che si può decidere la sorte del Governo. Ho assunto l'interim del Ministero della Giustizia e, come ho già ripetuto, il governo condivide la relazione dell'ex Ministro Mastella. Se poi entrano in discussione in modo opaco preoccupazioni di riforma elettorale o di altro genere è bene che tutto venga alla luce in questa sede, nelle aule parlamentari. Esse sono la sede fondamentale della democrazia.Questo è un Governo che, nato su un patto di legislatura sottoscritto da tutti i partiti dell'Unione il 20 giugno del 2005, si era ripromesso, cito testualmente, un'alleanza destinata a durare per l'intero arco della legislatura. Questo è un Governo che, nato sulla base di un Programma elettorale firmato e condiviso da tutti i partiti dell'Unione l'11 febbraio del 2006, ha avuto il mandato di guidare il Paese per cinque anni dopo una vittoria elettorale tanto difficile quanto attesa dalla maggioranza degli italiani. Questo è un Governo che ha saputo rimettere in piedi il Paese e gli ha permesso di riprendere il cammino, facendolo uscire dalle emergenze. Da due anni la nostra crescita si attesta sui livelli massimi dell'ultimo decennio. Abbiamo ripristinato l'avanzo primario, il debito cala costantemente. E abbiamo cominciato, in modo onesto e responsabile, a ridistribuire risorse alle famiglie, ai lavoratori e ai pensionati. Questo è un Governo che ha riconquistato fiducia in Europa, (come proprio ieri sera ha certificato il commissario Almunia). Ha riconquistato credibilità nei mercati e nelle istituzioni internazionali. Un governo che, con la sua politica estera e di sicurezza, ha saputo riconquistare all'Italia il posto che le spetta sullo scenario internazionale. Che ha saputo chiudere senza sbavature l'avventura in Iraq; che ha guidato il processo che ha portato alla missione di pace in Libano; che è presente con determinazione, professionalità e umanità ovunque la pace è in pericolo. Un governo che ha saputo combattere la criminalità organizzata, diffondere la cultura del rispetto e lottare nel mondo con successo per far trionfare la pace e condannare la pena di morte. Questo è un Governo che ha cominciato a far pagare le tasse a chi non lo faceva, ha combattuto la precarietà, abbattuto la disoccupazione, abolito le ingiustizie sociali e investito sui giovani, sul loro essere il futuro dell'Italia. Un lavoro che sta producendo ogni giorno frutti e che sono certo continuerà a darne. Questo è un Governo che ha saputo liberalizzare servizi e combattere corporazioni, che ha ridato certezze sul senso di equità e di giustizia, che ha messo la casa al centro delle sue politiche, tagliando l'Ici, facendo costruire nuove abitazioni per i giovani, agevolando gli affitti per le coppie e gli universitari. Questo è un Governo che ha creduto e crede nell'ambiente e nella sua tutela. Non operando con politiche cieche e immobilistiche, ma con la consapevolezza che solo investendo sull'ambiente si investe sul futuro. E anche quando ci siamo trovati di fronte ad emergenze come quella dei rifiuti non abbiamo gridato allo scandalo, non abbiamo cercato di addossare ad altri responsabilità storiche: ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo cominciato ad affrontare concretamente il problema. Ecco, questa è la sintesi dell'attività di Governo che oggi presento con orgoglio a questo Parlamento. Un Governo che ha combattuto i privilegi e tagliato i costi della politica non sull'onda di polemiche demagogiche, ma perché fermamente convinto che solo dando l'esempio si ottengono risultati per tutti. Con questi risultati e con questi principi ci apprestiamo ad affrontare questo delicato momento. Le priorità che hanno accompagnato e guidano il nostro cammino si chiamano riforme, efficienza, equità. Per ottenere questi risultati ci vogliono coerenza e coraggio. Ci vuole continuità di azione. Soprattutto in un momento in cui l'economia mondiale è di fronte a un'evoluzione negativa della quale non riusciamo ancora a comprendere le conseguenze ultime. Dopo i sacrifici della prima Finanziaria, obbligata dalla gestione dissennata di chi ci ha preceduto, abbiamo risanato i conti pubblici e tagliato la spesa. Ora, con la legge Finanziaria 2008 e dopo il grande accordo sul welfare votato da cinque milioni di lavoratori e di pensionati, siamo pronti a diminuire le tasse e aumentare i redditi dei lavoratori garantendo anche un aumento della produttività, come testimonia il recentissimo accordo per il contratto di lavoro dei metalmeccanici. Ci aspettano progetti importanti che responsabilmente abbiamo avviato senza pensare che decisioni solitarie ed episodiche potessero metterli in forse. Abbiamo preso con gli elettori e con il Paese impegni che intendiamo rispettare, secondo quanto stabilito dalle regole parlamentari e costituzionali. Proprio domani, in quest'Aula, il Presidente della Repubblica celebrerà il sessantesimo anniversario della Carta fondante la nostra democrazia. Mai come oggi siamo chiamati a dimostrare coi nostri comportamenti, con le nostre decisioni e con atti formali che ci impegniamo tutti di fronte al Paese, la fedeltà e il rispetto per la nostra Carta fondamentale. Alla Costituzione mi richiamo dunque per chiedere a voi, onorevoli deputati, e, in seguito ai vostri colleghi senatori, di esprimere con un voto di fiducia il vostro giudizio sulle dichiarazioni che avete ascoltato.

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